Il problema dell’induzione

Filosofia — 24 September 2025


📚 Causa, induzione e abitudine: la critica empirista (Hume) alla fondazione della scienza


🏛 Context & Background

Le osservazioni esposte nel brano appartengono al dibattito epistemologico sull'origine e la giustificazione delle nozioni fondamentali della scienza: causa, spazio, tempo, universali, induzione e necessità. Si confrontano due tradizioni: l'idea aristotelica della scienza come conoscenza delle cause e la radicale critica empirista di David Hume (XVIII secolo), che mette in crisi la legittimità epistemica della nozione di «necessità» e del principio d'induzione.


🔑 Key Concepts & Developments

✨ Aristotele: la scienza come conoscenza delle cause
Aristotele definiva la scienza (epistème) come sapere attraverso le cause: lo scienziato cerca le ragioni (le cause) dei fenomeni per spiegare «perché» accadono.

⚠️ Critica empirista alla causalità osservabile (Hume)
Hume osserva che la relazione causale non è qualcosa che i sensi ci mostrano: vediamo eventi connessi nel tempo (es. un dito che tocca una penna; la penna che cade), ma non percepiamo una «connessione necessaria» che leghi causalmente quei due eventi. Quindi il nesso causa‑effetto non è empiricamente riscontrabile come un fatto sensoriale.

🔁 Problema dell'induzione
L'induzione (generalizzare da osservazioni particolari a leggi universali) non è logicamente giustificabile: il fatto che qualcosa sia sempre avvenuto in passato non garantisce che avverrà sempre in futuro. La giustificazione dell'induzione non può essere dedotta né dall'esperienza senza circolarità.

↔️ Induzione vs deduzione; relazioni tra idee e fatti di fatto
Si distingue la conoscenza «per relazioni d'idee» (matematica, deduttiva, certa) dalla conoscenza «dei fatti» (matters of fact), fondata sull'osservazione e sull'induzione e quindi priva di necessità logica.

🏷 Spazio, tempo, concetti universali: status epistemico
Concetti come spazio, tempo, e le entità universali (concetti generali) vengono messi in dubbio come fondamento certo della scienza se si richiede che tutto sia attestabile sensorialmente; in questo senso Hume è critico rispetto all'idea che tali elementi abbiano una realtà garantita dall'esperienza.

🧠 Abitudine (custom/habit) come sorgente della credenza causale
Secondo Hume, la convinzione che vi sia un nesso necessario tra eventi nasce dall'abitudine: l'osservazione ripetuta di congiunzioni costanti ci porta a «aspettare» che l'effetto segua la causa. L'abitudine è quindi la fonte psicologica della nostra credenza nella causalità, non una prova razionale dell'esistenza di una necessità metafisica.

⚖️ Distinzione tra piano teorico e piano pratico
Se si portano all'estremo le considerazioni scettiche (mancata giustificazione razionale dell'induzione e della causalità), si rischia un paralizzante scetticismo pratico (impossibilità di agire o dare appuntamenti, di prevedere il sorgere del sole ecc.). Hume stesso — nelle sue lezioni e nei suoi scritti — riconosce che, pur accettando la critica epistemologica, nella vita pratica dobbiamo inevitabilmente fare affidamento su abitudini e convinzioni induttive per agire.


🖼️ Notable Works / Figures

Filosofo: Aristotele (384–322 a.C.)
La scienza come conoscenza delle cause; punto di partenza della concezione classica della spiegazione scientifica.

Filosofo: David Hume (1711–1776)
Critica centrale: la connessione necessaria tra cause ed effetti non è percepibile; il problema dell'induzione; la «custom» (abitudine) come fondamento psicologico della credenza causale. Opera rilevante: A Treatise of Human Nature (1739–40) e An Enquiry Concerning Human Understanding (1748). Hume svolse anche lezioni universitarie a Edimburgo, nelle quali sottolineava la differenza tra le conclusioni teoriche e le pratiche della vita quotidiana.


📖 Supporting Details

  • Esempio didattico: l'osservazione di due fenomeni contemporanei — il dito che tocca la penna e la penna che cade — mostra che i sensi registrano eventi congiunti, ma non rivelano la «causa» come una entità percepibile. Vedere la concomitanza non equivale a percepire una necessità naturale che leghi gli eventi.
  • Punto epistemologico centrale: se la causa non è un'impressione sensoriale, allora non può avere la stessa certezza delle impressioni; pertanto molte delle nozioni di cui la scienza si serve (causa, spazio, tempo, universali) non sono giustificate come «certe» secondo il rigoroso criterio empirista.
  • Conseguenza radicale: applicata senza riserve, questa critica conduce a uno scetticismo che sospende il giudizio su qualsiasi previsione o legge scientifica (impossibilità di dire con necessità che il futuro proseguirà come il passato).
  • Risposta pragmatica di Hume: benché la giustificazione razionale dell'induzione fallisca, gli esseri umani sono costretti dall'abitudine ad adottare credenze induttive nella vita pratica; la «custom» è il grande guida della vita umana — non una giustificazione razionale, ma un fatto psicologico ineludibile.
  • Termini tecnici chiariti: induzione (generalizzazione da particolari a universali), deduzione (conseguenza logica a partire da principi), necessità (carattere di una verità che non può essere altrimenti), universale (validità attraverso spazio e tempo), epistemologia/gnoseologia (teoria della conoscenza).

🧩 Connections & Consequences

  1. Collocazione storica: la critica di Hume rappresenta uno snodo decisivo nella teoria della conoscenza moderna: mette in luce il problema dell'induzione e la fragilità di qualsiasi pretesa di necessità basata sull'esperienza.
  2. Importanza per la filosofia successiva: la riflessione humiana sull'induzione e sulla causalità influenzò profondamente Immanuel Kant (che reagì alla «scossa» di Hume riformulando la possibilità della conoscenza sintetica a priori), le discussioni moderne sulla giustificazione scientifica e il dibattito contemporaneo sul fondamento dell'inferenza statistica e della metodologia scientifica.
  3. Rilevanza pratica e pedagogica: la distinzione tra piano teorico (analisi critica dei fondamenti della conoscenza) e piano pratico (uso inevitabile di abitudini e credenze induttive nella vita quotidiana) è fondamentale per comprendere perché lo scetticismo radicale non paralizzi l'azione umana, pur rimanendo un problema teorico centrale per la filosofia della scienza.